Settembre è da sempre il mese dei buoni propositi e dei nuovi progetti.
Quando sei solo un bambino significa ritorno a scuola, poi esami e inizio dei corsi universitari,
da neo laureata, invece, settembre può diventare sinonimo di precariato, di paura e di invio compulsivo
di curricula sperando che qualcuno approdi sulla scrivania giusta e possa essere almeno sfogliato.

Benissimo, io mi trovo proprio nell’ultima situazione e ovviamente sto annaspando tra siti, agenzie e offerte varie ma non mi faccio prendere dal panico. Scrivo allora questo post per tutti i giovani come me, per tutti coloro che si ritrovano come dei piccoli orsetti epilettici a inviare e modificare curricula. Lo scrivo anche per chi si sente incatenato a un lavoro che non lo appassiona e non trova il coraggio di dire basta. Lo scrivo in primis per me stessa, per darmi forza e per trovare la stessa forza in chi vive ogni giorno questa situazione. Settembre è un bel mese e non ho alcuna intenzione di farmelo rovinare.
L’idea è arrivata dall’editoriale del nuovo Marie Claire, quello di settembre: il numero ha un titolo ben preciso, un titolo coraggioso e pieno di speranza. FEED YOUR DREAMS. Ed è proprio questo che voglio fare, voglio nutrire i miei sogni e capire davvero quale sia la strada giusta per me. In Italia chi non ha scelto un’università come medicina, ingegneria o al massimo economia si ritrova abbastanza fottuto.. a meno che ovviamente non abbia un bel calcio nel culo o ampie risorse. Io non ho calci nel culo né tantomeno le risorse per mettermi in proprio. Sono un architetto con laurea magistrale in architettura per la sostenibilità al Politecnico di Torino in un periodo in cui gli architetti non sono solo troppi ma addirittura trasudano come tossine. Sono un architetto con mille passioni completamente diverse e questo crea ancora più problemi, non solo nel mio cervello ma anche nella realtà che mi circonda. Il mondo vorrebbe una schiera di robotini che sappiano solo fare il loro lavoro con una giornata tipo molto semplice – sveglia, lavoro, cena in famiglia, birra con amici ogni tanto, nanna. Ok, io sono fuori da questo schema, completamente fuori e mi ritrovo immersa in un mondo che non riconosco e che ovviamente non mi riconosce come sua simile, guardandomi quasi come se fossi un essere repellente. Forse perché, nonostante ami la moda, lo shopping e le borse, faccio gli scout e credo in determinati valori così fuori moda, forse perché amo la coerenza e la giustizia, forse perché ricerco la bellezza anche in una stupida presentazione pdf, forse perché sono fin troppo corretta ma molto testarda, forse perché sono strana. Una donna forte, con le palle, magari pure single, viene spesso additata come la strana e spesso isolata.
Io so solo una cosa semplice: non mi sento strana, solo affamata di vita e di esperienze, vorrei che il mondo mi permettesse di tirare fuori le mie capacità e competenze, vorrei poter mostrare la mia spontaneità senza sentirmi totalmente inadeguata. Questo post è come quei messaggi in bottiglia, è un messaggio per chi si sente come me.. non siete soli. Fottetevene. Fermatevi, ascoltate i vostri sogni (quelli che spesso abbiamo paura di confidare anche a noi stessi), fateli vostri, nutriteli e poi perseguiteli. Con tenacia e determinazione. La vita è una e mica sta ad aspettare che ci svegliamo. Non sono le rughe il problema, non è la crisi, non è il maltempo, la ruota che non gira o qualsiasi altra stronzata vi venga in mente. Il problema è nel nostro cervello: smettiamo di dire “no non posso” e cominciamo a provarci. Seriamente.
E poi, diamine.. chi non ci ama non ci merita!